Educare significa introdurre il bambino a conoscere la realtà e a scoprire che i “frammenti della vita” sono legati ad un unico significato

L’educazione motoria, condotta da un insegnante specialista, rientra nell’ampliamento della proposta didattica.

Essa introduce il bambino nella realtà attraverso una attività avente le caratteristiche di un esercizio vissuto con il corpo per essere interiorizzato, stimolando così l’apprendimento “mentale”. 

Un’attività che favorisce l’incontro tra il corpo del bambino e lo spazio, il tempo e gli oggetti. Corpo che vede, sente, tocca, memorizza e automatizza, che si esprime e comunica attraverso il linguaggio motorio.

La forma utilizzata è il gioco, modalità più adeguata con cui il bambino incontra la realtà, la rielabora e se ne appropria. Gioco svolto sotto la guida dell’insegnante con l’utilizzo di attrezzi, musica e rispetto di regole senza però reprimere la creatività ed espressività del bambino. 

Il bambino così si muove nello spazio in tutti i modi possibili, in tempi e con ritmi diversi, da solo o con gli altri con o senza attrezzi.

OBIETTIVI

Il mio “io” in rapporto con il tutto (ambiente, insegnanti, compagni…)

La conoscenza dello schema corporeo

Rapporto spazio-tempo

Conoscenza degli schemi motori di base con affinamento per i bambini di cinque anni

Uso di piccoli e grandi attrezzi (codificati e non) 

Uso della musica nel linguaggio motorio

I bambini in età di scuola dell’infanzia presentano interesse e curiosità per la comunicazione nelle sue diverse forme. Questo atteggiamento di apertura permette l’imitazione e la comprensione di ciò che si propone.

Il percorso di educazione alla lingua inglese che intendiamo svolgere è una possibilità in questo senso, un’esperienza che è parte integrante dell’attività educativo-didattica dove l’insegnante d’inglese, affianca l’insegnante di sezione nella gestione di momenti di gioco, canto o altre attività.

Non è il corso di lingua inglese che ha come fine l’apprendimento sistematico della lingua, che peraltro non rientra nelle competenze della scuola dell’infanzia, ma l’opportunità di ascoltare suoni diversi a cui è legato un significato. Pensiamo ai nostri bambini quando hanno imparato a parlare: nessuno di noi ha proposto loro lezioni di vocaboli ma ascoltando giorno dopo giorno qualcuno che parlava loro attraverso suoni e dialoghi hanno imparato a comprendere il significato e con il tempo ad esprimersi nello stesso modo.

Pensiamo che una proposta di questo tipo possa costituire un’esperienza valida sulla quale si inseriranno i successivi interventi di apprendimento della lingua inglese.

L’esperienza che intendiamo proporre è rivolta a tutti i bambini della scuola dell’infanzia.

L’esperienza che si intende proporre ha come finalità quella di coinvolgere ciascun bambino in un percorso di giochi, canti, danze e invenzioni. 

S’intende dimostrare come sia possibile avviare un discorso musicale partendo dal bambino, dal suo corpo, da tutto ciò che è inerente alla scoperta della sua persona. Si vuole dare la possibilità di esplorare, manipolare e familiarizzare con il fenomeno sonoro e musicale in modo autonomo e creativo. 

Il corpo è il tramite principale di ogni relazione con il mondo esterno, quindi, durante gli incontri, si prediligeranno delle attività che coinvolgano il corpo per l’interiorizzazione di ogni esperienza. 

Quest’ultima ha profonde valenza affettive e coinvolge il bambino in modo globale, facendo entrare in gioco anche il suo vissuto personale. 

La proposta educativa è gestita da un insegnante specialista di musica ed è rivolta a tutti i bambini della scuola dell’infanzia.

I concetti di logica, quantità, gli aspetti linguistici, sono stati gli ambiti in cui si è svolto gran parte del percorso didattico dei tre anni di Scuola dell’Infanzia, coinvolgendo i bambini in esperienze ludiche dense di significati, piacevoli e divertenti.

Crescendo, però, ogni bambino ha bisogno di essere opportunamente guidato ad approfondire e sistematizzare gli apprendimenti ed avviare processi di simbolizzazione e formalizzazione.

Ecco quindi che il percorso di educazione al gesto grafico, rivolto ai bambini dell’ultimo anno, vuole essere una risposta a queste esigenze, fornendo ai bambini gli stimoli e gli strumenti adatti per esercitarsi e per acquisire le competenze più opportune al proprio percorso di crescita.

Al bambino della scuola primaria si chiede fin da subito di utilizzare carta e penna, leggere e scrivere, ma come si può essere ben attrezzati?

La pedagogia parte dal presupposto che ogni esperienza inizia dal corpo: non possiamo acquisire abilità quali orientarci nello spazio/foglio, seguire l’andamento della riga, discriminare i suoni e impugnare correttamente la penna, se non quando le viviamo.

Gli apprendimenti dipendono essenzialmente da ciò che si vive e dal modo in cui sono vissuti. Il movimento, con cui l’individuo ha la possibilità di lasciar traccia di sé, offre l’opportunità di proiettare se stesso e quindi la propria carica emotivo-affettiva.

L’organizzazione dello spazio grafico implica la buona visualizzazione delle forme, la loro riproduzione e, soprattutto, la possibilità di rispettarne la successione. Attraverso l’attività motoria si darà la possibilità ai bambini di vivere lo spazio euclideo, quello delle forme, percependone i contorni e il loro interno.

Le attività operative proposte sviluppano un percorso graduale e piacevole che porta il bambino ad affinare la coordinazione oculo-manuale all’interno di uno spazio delimitato, alla conoscenza del suono iniziale delle parole e alla decodifica dei numeri e della rispettiva quantità.

Attraverso queste attività mirate e graduali si accompagna il bambino alla progressiva maturazione delle proprie capacità globali facendo si che approdi alla Scuola Primaria con un approccio adeguatamente opportuno e consapevole.

In questo percorso quindi la diversità delle proposte permetterà ai bambini di eseguire le “astrazioni” dei concetti desumendole dalle azioni svolte nei giochi strutturati, dall’uso di materiali realizzati con tecniche artistico-espressive, dalle attività finalizzate ad avere relazioni con oggetti e classi di oggetti, e dai momenti di osservazione di situazioni guidate che permettano ai bambini di raccogliere informazioni e saperle organizzare.